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LA
REGINA IN BERLINA
CON
BONAVENTURA STAFFETTA DELL’ AMBASCIATORE
Compagnia
Almirante – Rissone - Tofano
ROMA,
Teatro Argentina,2 febbraio 1928
Bonaventura
Il suo Bassotto
Il bellissimo Cecè La Regina Cenerentola Il Re Pasqualina, figlia del portinaio La prima Sorella della Regina La seconda Sorella della Regina Il Ciambellano Il Valletto dalla voce tonante Il Valletto dalla voce acuta La Moglie dell’Orco L’Orco vegetariano |
Sergio Tofano
Francesco Rissone Luigi Almirante Giuditta Rissone Vittorio De Sica Rosetta Tofano Gina Sammarco Isora Cardinali Carlo Delfini Renato Navarrini Amelia Chellini Giuseppe Porelli Giuseppe Valpreda |
Emanuele Luzzati
“Sire! / Cosa avete da dire? / Perdoni l’ardir / ma mi par di veder / che oppresso è dal pondo di neri pensier!” Questi sono gli unici versi che conosco a memoria. Li conosco da quasi settant’anni e potrei continuare perché tutto il 1° atto della Regina in berlina lo so ancora a memoria. Non ho mai ricordato una poesia (a scuola era un incubo!), né una preghiera. Non so neanche ripetere le filastrocche che ora io stesso scrivo per i bambini: le scrivo, le illustro e poi me le dimentico. Ma la Regina in berlina mi è entrata in testa non so se leggendo e rileggendo il libro delle commedie di Sto oppure durante le rappresentazioni dello spettacolo (l’ho vista tre volte). Ancora oggi mi domando cosa sia scattato in me bambino ad una certa età per cui abbia adottato come “Credo” i versi di Sto e i suoi personaggi. La Regina in berlina è stata la chiave per entrare in un mondo in cui mi sono riconosciuto e da cui poi non mi sarei più allontanato. Infatti quando mi chiedono da dove viene il mio modo di dipingere, di far teatro, di scrivere e illustrare libri, io rispondo sempre: “Da Bonaventura”. Mi sono sentito dire che ho subito l’influenza di Rouault o di Chagall, di Bakst o delle stampe popolari. Puo’ essere tutto vero, non sta a me giudicare: ci sono troppo dentro! Ma so di sicuro che senza Bonaventura non avrei fatto quello che faccio. Mentre senza Chagall, o Rouault o Bakst avrei fatto circa lo stesso (più o meno colorato, più o meno materico). In Bonaventura c’è tutto quello che cerco: teatralità ed ironia, fiaba e dissacrazione, stilizzazione e colore e un certo mistero nelle parole magiche di quei versi che so così bene a memoria, ma non ho mai saputo esattamente cosa volessero dire. Cos’è il “pondo di neri pensier”? Un mare, una profondità, un abisso? Certo qualcosa di misterioso e affascinante come il mondo di Sergio Tofano. |
UNA
LOSCA CONGIURA
CON
BARBARICCIA CONTRO BONAVENTURA
Compagnia
Almirante – Rissone – Tofano
ROMA,
Teatro Argentina,28 febbraio 1929
Bonaventura
Felicetta, sua nipote
ilbassotto il Re la Regina .Elettra, lorofiglia il bellissimo Cecè Barbariccia, padrone del bersaglio Cunegonda, padrona del serraglio Macario, il proprietario Ilaria, la segretaria Clemente Valente ecc. Arianna Mariannaecc. il Maggiordomo laCuoca |
SergioTofano
Rosetta Tofano Francesco Rissone Vittorio De Sica Laura Farina M. Giuditta Rissone Luigi Almirante Giuseppe Valpreda Amelia Chellini Giuseppe Porelli Ginevra Cavaciocchi Renato Navarrini Ebe Adori Carlo Delfini Delfina Delfini |
Regìa, scene e costumi
di Sergio Tofano
Musiche di Carlo Franco
Sto e Rosetta
cantano "Guerino detto il Meschino" 1.
2.
3.
4.
5.
Alfredo Bianchini canta "Largo largo alla vettura" |
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