LE TAVOLE DI BONAVENTURA

Oreste Del Buono: la nascita di Bonaventura 

Questo abbozzo originale di vignetta per una tavola del Corrierino è stato scoperto durante la preparazione di questo sito sul retro della foto a lato  (che vedrete meglio più avanti).

 
Tanti tavoli per tante tavole: 
                   Sto disegna Bonaventura

 
                                                                                                                            Attilio Bertolucci
Il signor Bonaventura nasce nel 1917: nasce già grande, d'età però indefinibile, piuttosto giovane si direbbe, non giovanissimo, mettiamo sulla trentina, gli anni che aveva allora, pressappoco, il suo creatore, Sergio Tofano, o meglio Sto, nell'abbreviazione, divenuta celebre, della firma. Il dato autobiografico, nell'invenzione di Bonaventura, è un fatto innegabile, ma assai sottile, non fondato su elementi precisi e reali.
Indefinibile l'età di Bonaventura, immaginario l'ambiente in cui egli vive, stilizzato il suo costume e quello dei personaggi minori ma necessari allo svolgersi delle sue mille avventure: niente da fare, in questo senso, per stabilire, verificare parentele o comunque legami fra Bonaventura e Sergio Tofano. Che risultano invece evidentissimi, sul piano intellettuale, a guardare l'altra faccia della personalità di Tofano stesso, quella dell'attore. Il cui sforzo e la cui difficile ma splendida riuscita sono tutti nel senso di stilizzazione e di eleganza che distinguono pure l'infinita serie di casi del signor Bonaventura nel Corriere dei Piccoli. A voler precisare poi se sia nato prima l'attore o il vignettista, non ci si cava nulla, e non serve interrogare chi ne sa di più: Tofano non si pronuncia, elude, gentile ma imprendibile come il suo eroe.
Dice che sin da ragazzino recitava in parrocchia, ma aggiunge che i margini dei suoi libri, e i suoi quaderni di scuola erano, già dalle elementari e continuarono ad essere sino alla laurea in lettere, pupazzettati all'inverosimile. Un giorno il professore di storia, al liceo, se ne accorse, volle vedere e, naturalmente, ci si diverti. Prima di iniziare la lezione, con aria seria e impersonale, il buon professore faceva: « Vediamo il quaderno di Tofano » Vignettista durante le lezioni, filodrammatico nelle altre ore della giornata, Sergio accontenta il padre, magistrato napoletano trasferitosi a Roma prima della nascita del figlio, laureandosi, ma non accontenta il collegio accademico, che in un primo tempo rifiuta la tesi dell'originale studente, riguardante la commedia italiana dell'800 e il ruolo del « brillante ». La cosa finì per andare ma il dottor Tofano non divenne mai il professor Tofano: nel 1909 era già entrato in arte nella compagnia di Ermete Novelli, avendo scelto irrevocabilmente quale dovesse essere la sua vita. Ma ecco che già nel 1912, mentre procede, duro ed esaltante, l'apprendistato teatrale sotto il gran Novelli, che come tutti i capocomici d'allora tiene sveglissimi i propri attori facendo loro interpretare oggi Shakespeare domani l'ultima farsaccia francese, trovandosi con la compagnia a Milano, Sergio Tofano si presenta a Silvio Spaventa Filippi con una novellina « illustrata dall'autore » per il Corriere dei Piccoli.
Erano gli anni favolosi del Corrierino, senza concorrenti presso la gran turba anonima dei bambini d'Italia. Di là da venire, o quasi, il cinema, la radio e, figurarsi, la televisione. Le pagine a colori. importate come quelle con Cirillo, Fortunello, Arcibaldo, Cocoricò o nazionali, come le non meno eccitanti con Bilbolbul, Barbacucco Quadratino, vengono divorate una settimana dopo l'altra da una clientela insaziabile, che non può venire delusa. La miniera dei fumetti americani è ricchissima, ma l'esigenza di « eroi» italiani, anche se i piccoli lettori non fanno differenze, nè possono perchè per loro Cirillo e Quadratino, Cocoricò e Bilbolbul, sono tutti vicinissimi, vivi e presenti nella stanza da letto nel tinello nella classe, meravigliosamente apolidi, l'esigenza, si diceva, anzi la necessità di « eroi » fabbricati in casa è primaria per il Corriere dei Piccoli. I vignettisti ci sono, non molti, ma bravi, basti ricordare Rubino e Attilio, non sempre ci sono le invenzioni e le trovate. Le idee insomma, che sono sempre la merce più rara, in tutte le attività umane, a cominciare dai giochi infantili e su, su sino ai sistemi filosofici.
Da quella prima, e da successive novelline illustrate, il direttore del Corriere dei Piccoli ha capito che quell'attore di tipo così particolare, senza pose nè birignao, anzi piuttosto riservato e ombroso, di idee ne ha. E gli chiede, per ora, proprio idee, che altri realizzerà in tanti quadretti colorati. Ancora un apprendistato, che si intreccia a quello dell'attore confinato in parti minime: lavori umili, ma utili, che serviranno a formare e maturare da un lato uno degli uomini più moderni e convincenti del teatro italiano del Novecento e dall'altro Sto, l'artista singolare che “abbandonandosi”, come è stato detto da Renato Simoni, “a due deliziosi estri, uno ingenuamente canoro e l'altro graziosissimamente pittorico” inventa Bonaventura e il suo mondo « incredibilmente credibile, dove non già l'umano diventa meraviglioso, ma il fiabesco diventa umano e l'assurdo prende un aria borghese e familiare »
Ma questo accadrà soltanto nel 1917, quando il direttore del Corrierino, ammirate sulle riviste femminili deliziose interpretazioni grafiche dell'ultima moda (non figurini, intendiamoci) a firma Sto, inviterà il suo collaboratore-ombra Sergio Tofano a farsi coraggio e ad assumersi in proprio una pagina: idee, disegni, rime, tutto insomma.
 

La prima storiellina di Bonaventura, comparsa nell'ottobre del 1917, ci mostra il nostro eroe già, pressappoco, quale sarà poi per circa mezzo secolo: sia come figura che come carattere. Fisicamente anzi, immutato restando l'abito, cappelluccio tondo redingote rossa e pantaloni bianchi piuttosto ampi, Bonaventura subisce qualche trasformazione, allungandosi e snellendosi col tempo, così da assomigliare sempre di più al suo dinoccolato ed elegante creatore, l'attore ormai noto Sergio Tofano. Ma moralmente, diciamo, l'ingenuo, franco, leale e alla fine sempre fortunato personaggio, non muta. Ed è giusto e vero, poichè è molto più facile modificare, correggere il corpo che lo spirito, per quanto non sembri. Pare - è Tofano stesso a raccontarlo - che la buona ventura finale di, appunto, Bonaventura sia stata voluta in contrapposizione quasi polemica con la mala sorte di Fortunello, allora popolarissimo, e destinato sempre a buscarle dagli uomini e dagli animali, Checca (la mula) in testa. Nel lungo corso della sua vita, lungo corso che non lo invecchia di un giorno, e anche questo è naturale trattandosi di un eroe di favola, Bonaventura, soprattutto per colpa di Omobono e Pinotto, parenti goffi e storditi, qualche volta il milione invece di guadagnarlo lo perde. Racconta Tofano che la variante, con la quale gli sembrava di rendere meno monotona e più divertente la canzone di gesta del suo personaggio, non garbò affatto ai bambini d'Italia, che si fecero vivi con lettere di protesta pretendendo il rispetto del gioco e il ripristino del milione finale. Non che Bonaventura non dovesse attraversare momenti di difficoltà e combattere nemici anche perfidi, prima di arrivare al milione, ma la conclusione doveva essere quella: la presa di possesso non equivoca di « un milione », e, negli ultimi tempi, a moneta inflazionata, di « un miliardo ». Il milione non viene subito, nelle storie di Bonaventura, che comincia con il guadagnare medaglie ed encomi e persino figlie di re: ma che cosa sono questi rispetto al bel milione di lire che sta tutto scritto a chiare lettere in un unico biglietto di banca? L'Italia povera della prima metà del secolo, senza alcuna prospettiva di ricchezza rapida e facile, delega i suoi figli a sognare, per lei, la possibilità fantastica del milione. E sogna con essi quando, prima della prima elementare, deve leggere loro i bei versetti cantilenanti che chiudono immancabilmente, o quasi, con Bonaventura milionario.
L'importante, si è detto, è che alla fine l'amatissimo eroe ce la faccia: tanto meglio se dovendo lottare contro questo o quell'antagonista, questa o quella difficoltà. Di antagonisti ne ha avuti più d'uno, Bonaventura, ma uno soprattutto conta, Barbariccia, felicissimo personaggio già dal principio come invenzione grafica e cromatica e sempre, come possibilità di malvage, e ogni volta sfortunatissime, macchinazioni. Il « torvo Barbariccia - dalla maschera verdiccia”  muta di colore, dal verde al giallo al rosa eccetera col mutare dei suoi stati d'animo: con un anticipo straordinario su Minnie la Candida di Massimo Bontempelli e di Deserto rosso di Michelangelo Antonioni, dove pure i colori dei volti e dei paesaggi hanno una funzione psicologica. Vanno ricordati altri felici personaggi: il baron Partecipazio, ladro e prepotente, il dottor Crepacuore, che si fa curare i clienti dall'infermiere e aiuto Bonaventura, il commissario di pubblica sicurezza Sperassai.
L'unico, tuttavia, dei tipi di contorno a Bonaventura diventato, come il protagonista, proverbiale, è « il bellissimo Cecè », che compare verso il 1922: vanesio, mondano e in fondo generoso, è personaggio da riuscire ridicolo è pure simpatico ai bambini. Come lo è, del resto, a Bonaventura, che spesso lo aiuta a togliersi d'imbarazzo, a sfangarsi dai mille guai cui lo portano l'eccessiva cura di sè e del proprio abito, e l'inaudito snobismo. Non va dimenticato, naturalmente, il cane, così unito, e necessario, al suo padrone che quando non lo si vede vicino a lui, se ne sente la mancanza, quasi Bonaventura ci apparisse mutilato. E non importa che Tofano, sempre pronto a smitizzare, ne racconti la nascita come dovuta al puro caso, alla necessità di una rima per Bonaventura « che caduto era disotto ». Da cui la comparsa del « bassotto ». Ma non accade anche nell'arte, nella poesia soprattutto, che il caso (ma sarà proprio il caso?) spesso risolva e crei in nome del creatore momentaneamente a secco d'invenzioni, assente, con un colore o un segno, una parola o una rima caduti da chissà dove?
Per circa cinquant'anni, mezzo secolo (non c'è male), lavorando, come lui dice, più di gomma che di matita cioè pensandoci anche se col gusto sempre del creare nel sangue, Sergio Tofano ha portato avanti una singolarissima impresa artistica, di enorme popolarità, non soltanto presso i piccini, in Italia. Non era giusto che essa cadesse nell'oblio come tutto quanto ha vita sui più caduchi compagni della nostra esistenza, i giornali, non era giusto che i bambini di ieri non potessero rivedere Bonaventura, che quelli di oggi e di domani non avessero neppure la possibilità di conoscerlo. Questa scelta, per necessità di cose limitata, comunque sufficiente a dare un'idea di quella lunga magia di segni e di tinte e di rime, funambolica e umanissima, che fu Bonaventura, andava fatta per loro e, non si deve dimenticare, per Sto, che avendo speso tutto il suo grandissimo ingegno per il teatro e i giornali dei bambini, corre il rischio di non lasciare testimonianza alcuna della sua singolare personalità. E va bene che la sua discrezione, la sua eleganza intellettuale, diciamo il suo pessimismo, sono tali da accettare, quasi da desiderare un tale destino. Ma noi avevamo il dovere di non assecondarlo.

(introduzione a “99 storie del signor Bonaventura”, Milano, Garzanti, 1964)

Mutazioni di Bonaventura

La prima tavola di Bonaventura: 28 Ottobre 1917

(per leggere: CLIC sulle immagini)

Sto: "Bonaventura e la tarantola"  1.      2.      3.

1918

1929

1946



 
 
 

Variazioni sul tema

Tratte dal “database Bonaventura” (che cataloga trame, personaggi, ambienti e oggetti da un campione di circa 300 tavole) vi proponiamo le seguenti 47 sintesi di trame. Potrete divertirvi leggendole  una dopo l’altra, scoprendo così come le infinite variazioni narrative siano abbinate a un’assoluta continuità dello schema : sventura = beneficio altrui = premio (in queste sintesi sottinteso).
 


 
1  dalla loggia coglie un fiore Cade di sotto Piomba sul pacco del ladro e lo blocca
2  Fruga in un vulcano Il vulcano si ridesta e lo scaglia in aria Afferra una gru sperduta e la riporta al Re
3 del Re sotto il palagio va a passeggio adagio adagio La Reginetta gli fa cadere un vaso sulla schiena Lo cura e lo sposa
4  negoziante di calze Rovescia il lume- incendio- pompieri bagnano le calze la Befana riempie di regali tutte le calze stese
5  Derubato e legato da briganti di notte Bassotto sveglia per aiuto il banco lotto Bonaventura gioca e vince
6  Per i prati a tempo perso Un toro l’aggredisce Viene ripreso e il film ha successo, l’impresario gli fa contratto
7  Porta in testa boccia colla dei balilla la rompono a sassate, tutto colloso cade nel cesto di piume del pollaiolo Barnum lo scrittura come uomo-uccello con successo
8  va in barchetta Un pescespada la perfora e sprofonda in fondo al mare Un palombaro lo salva tutto incrostato di perle
9  passeggia con reginetta Pitone morde bassotto che si gonfia,viene salassato e muore Seppellendolo trovano tesoro
10  Principale lo maltratta Giallo per itterizia, rimedio da eremita, ripristina colore Vende il rimedio come smacchiatore con gransuccesso
11  Sen va pei boschi a caccia Frana in burrone Cade sul tesoro di un brigante
12  mentre è a letto: terremoto Fugge carico di masserizie e con pelle di tigre Spaventa un malandrino e salva un derubato
13  a spasso con moglie e bassotto Un mariolo tenta di rubare il bassotto che si allunga per il tira e molla Successo di pubblico per il coccodrillo-cane
14  Sta in cima a un’alta pianta Il ramo si spezza e rotola acciambellato per la china   Totonno il pasticcere inventa la ciambella
15  la moglie gli brucia la mano stirando La tuffa in mare e un carpione abbocca al dito Trovano nel pesce un orologio perduto in alto mare
16  scivola e si aggrappa a coda pappagallo che sa dire Viva ilRe Il pappagallo l’aggredisce, il bassotto mangia il pappagallo  Il bassotto incontra il Re e gli dice Viva il Re
17  lo coglie raffica di vento Lo scaraventa su un attacchino e si inonda di colla Le mille lire di un banchiere sparpagliate dal vento gli si incollano addosso
18  schiaccia un passerotto e compra uno struzzo Lo struzzo divora di tutto e gli spara Nello stomaco trovano un brillante strabiliante
19  colto da temporale si rifugia sotto un albero Lo colpisce una saetta Elettrizzato fa elettroterapia a un paralitico
20  getta a terra un alveare Punto dalle api, la mano diventa gigantesca Sfida un boxeur e lo vince
21  cade in una fossa di calcina Un inglese miliardario lo compra per statua Spolverandolo lo risveglia e si diverte
22  incontra una pantera Fugge a dirotto Supera i podisti e arriva primo al traguardo
23 da tarantola rincorso è d’un piede in punta morso Saltella una pazza tarantella Trascina nella danza l’annoiato Re del Montegallo
24  da grave morbo afflitto deve mangiare polenta Omobono comprapolenta- il sacco si rovescia e raccoglie sabbia La sabbia è aurifera
25  picchia il capo alla finestra Gli fasciano la testa comeun turbante Due mussulmani gli donano un monile
26  gli cade un vaso in capo Gli viene uno zuccone enorme concui inchioda al muro uno scassinatore
27  rompe una statuetta Paga il proprietario e prende i cocci Il suo strano incollaggio esalta un futurista
28  gli cade un peso sui piedi Va col piede al collo Un pittorelo fa posare per modello di cicogna e vince il primo premio
29  è tormentato dall’insonnia e il farmacista gli dàuna medicina Dorme in piedi e un monello gli attacca una coda di gallina Fa tornare il buonumore a un signore sul punto di suicidarsi
30  inseguito da un malfattore si rifugia in una casa La padronagli offre vestiti da donna per travestirsi Vince un concorso di bellezza
31  soffre d’ipocondria Mangia cotolette di cavallo e cominciaa scalpitare Porta al galoppo un signore in ritardo al vapore che parte
32  da un taxis vien messo sotto e diventa balbuziente Il dottoregli consiglia di cantare sulla riva del mare Due sposini in barchettavanno in visibilio
33  prende in capo una valigia e litiga col proprietario Unaguardia li porta dal capostazione Dalla valigia esce un rapito che lopremia
34 si rovescia un tino di vino sui piedi e li appoggia al braciere Gli vanno a fuoco i piedi e corre a tuffarli nel fiume Riceve sul piedeun cilindro volato a un signor molto elegante
35  diventa sonnambulo e va sui tetti Sprofonda in un camino Piove in casa di un malato di singhiozzo e lo spaventa
36  si ferisce un dito che colla fascia diventa un ditone Incasa del dottore si rompe un tubo Tappa la perdita col ditone
37  ha il mal di denti e glieli impiombano Per il peso del piombosfonda col capo la porta di una banca Scopre un mariolo che trafuga ilforziere
38  va cercando di notte il bassotto smarrito e si procura unfanale Trova il bassotto nelle spire di un pitone Ipnotizza il pitonecol fanale e lo riporta al domatore
39  per la malattia del sonno dorme come un tonno Uno scultorelo manda alla esposizione come bello Addormentato Un riccone americanolo compra allo scultore (lui poi fugge)
40  assalito da un bandito Il bassotto lo insegue, viene buttato nella vernice e fugge Il bassotto lascia traccia di vernice che conduconoal bandito
41  decide di partire per la Cina e si trucca con codino finto Un signore gli affida la borsa con perle e un ladro la ruba legandolo colcodino Si libera dal codino e ci lega il ladro
42  prende un calcio in pancia da un cavallo e va piegato in due Due sposini cercano di raggiungere dei fiori sulle rocce Fanno sgabellodella sua schiena
43  gli vola il cappello per il vento Lo insegue ed entra inun podere Il padrone lo lega come spaventapasseri e il grano cresce
44  gli cade un vaso in capo e un pisello gli resta nella falda Il cameriere del caffè gli innaffia il cappello col sifone di seltz Dal pisello cresce un cespuglio e vince il Corso dei fiori
45  perde a scopone l’ultimo milione e diventa custode della pinacoteca Scopre un ladro- che l’acceca col tabacco in polvere Gli starnuti richiamanola polizia
46  una lettera minacciosa gli ingiunge di andare di notte sullascogliera con mille lire Incontra il brigante- gli cade la candela e gli dà fuoco al mantello L’incendio fa da faro a dei pescatori trai marosi
47  che sul viso prende al vol un pallone di foot-ball e il naso si piega a sinistra Un amico scommette e lo rimette a posto con colla, limatura e calamita E vince la scommessa